IL METODO SANTORO-TRAVAGLIO-SAVIANO (sul non diritto di replica).

Rimaniamo sull’argomento di ieri e cioè sullo sciagurato intervento di Saviano a “Vieni via con me”: un lungo monologo sulla ‘Ndrangheta al Nord condito d’infamanti accuse a un intero partito politico, la Lega Nord. Accuse basate sul caso di Angelo Ciocca, consigliere regionale della Lega in Lombardia, fotografato in compagnia di un avvocato sospettato d’essere un capo della ‘Ndrangheta. Angelo Ciocca NON è indagato (e Saviano lo sa, tanto che lo dice), nessuna inchiesta lo riguarda… Eppure il chiacchiericcio che tanto piace a certa intellighenzia e giornalisti diventa per Saviano argomento valido per accertare la collaborazione tra ‘Ndrangheta e Lega.

Macchina del fango? Eccone un bell’esempio. Ma vabbè, cose già dette.

La novità del giorno sta nel rifiuto di Loris Mazzetti, capostruttura di RaiTre e responsabile di Vieni via con me, di ospitare la doverosa replica di Maroni.

Inutile ricordare che, a differenza di ciò che dice Mazzetti, rispondere in altre sedi informative non è la stessa cosa che rispondere nella stessa sede del monologo accusatore. Questo lo sa anche un bambino. L’unico a non saperlo sembra Mazzetti.

Ma non si era in una dittatura mediatica della maggioranza di Governo? Da quando in qua una dittatura mediatica di tale tipo prevede il rifiuto di trasmettere un faccia a faccia, e cioè prevedere un contraddittorio, all’interno di una trasmissione che di fatto è di informazione politica, a tutela di un esponente del Governo?

Ma questo, come dice Sallusti, è il metodo Santoro-Travaglio, ora Santoro-Travaglio-Saviano: monologo che “si basa su fatti” (bisogna vedere, però, quali) ma che non prevede alcun diritto di replica, regola elementare della democrazia.

Ma questi personaggi non si appellano continuamente al rispetto delle regole? Beh, certo, ma evidentemente quando non devono rispettarle loro.

Cose dell’altro mondo. Anzi, d’Italia.

GLI INTOCCABILI (sulla “dittatura mediatica” in Italia).

Lucia Annunziata, Giovanni Floris, Michele Santoro & Marco Travaglio (con Vauro), TG3, stragrande maggioranza dei giornalisti iscritti all’Usigrai (sindacato di Sinistra), Maria Luisa Busi e fino a ieri Piero Marrazzo (che comunque è ancora in Rai), Serena Dandini, Enrico Ghezzi (Blob), Milena Gabanelli (Report), Gene Gnocchi, Maurizio Costanzo e ovviamente Fabio Fazio e Roberto Saviano.

No, non è una lista di proscritti o di censurati. È la lista dei lamentosi giornalisti e “intellettuali” che popolano le reti pubbliche: RaiUno, RaiDue, RaiTre. Sono i professionisti dell’indignazione, quei paladini della Sinistra che occupa la Rai e però grida al pericolo per la democrazia, alla censura, al pensiero unico, alla dittatura mediatica berlusconiana.

Sono gli Intoccabili.

Quelli che criticarli è lesa maestà, quelli che occupano i posti per diritto divino quando non per sentenza del Tribunale del Lavoro, che si stracciano le vesti in nome del rispetto delle regole e delle regole se ne fregano quando devono rispettarle loro. Ma loro, ovviamente, possono farlo, perché loro, e loro soltanto, sono espressione della più alta libertà di parola e informazione. Gli altri sono incapaci e servi del padrone.

Questa sera, Bersani e Fini (dopo Vendola, lunedì scorso) sono ospiti di “Vieni via con me”. Anche uno stupido capirebbe che la sola motivazione del loro invito è squisitamente politica. E di parte.

E anche uno stupido saprebbe che se fosse successo il contrario, e cioè che se a una trasmissione Rai fossero stati invitati ripetutamente solo ed esclusivamente ospiti di una certa parte politica, avremmo assistito alla gran levata di scudi dei soliti intellettualoidi, del Popolo Viola, del “Popolo di Internet” (Popolo di Internet… Popolo di Internet!!! Vabbè…) e ovviamente di Di Pietro (onnipresente in Rai) e di tutta la Sinistra… Tutti in nome della difesa della libertà e contro l’okkupazione del Servizio Pubblico.

Ma d’altronde le cose così stanno e mica è una novità: basta guardare una qualsiasi puntata di Che tempo che fa per individuare l’invitato-tipo di Fazio. Certo non poteva esimersi dal farlo anche questa volta, avrebbe tradito il suo pubblico.

Sia chiaro, non è contestabile il fatto che una trasmissione che si definisce non politica (non politica… vabbè…) inviti chi vuole e in piena libertà, ci mancherebbe. E sinceramente delle ripetute sceneggiate di Masi ne abbiamo un po’ tutti le scatole piene

Ma che la si finisca di denunciare la censura, l’oscuramento e la mancanza di libertà, quando una frotta di “liberi pensatori” occupa da decenni la Rai e va sempre regolarmente in onda, tutti liberi di dire la loro, di invitare chiunque, di fare satira politica, di costruire trasmissioni accusatorie e tutto il resto.

Risparmiateci le solite lagne, le ormai stanche, noiose lagne. Risparmiatecele, per favore.