15 a 15. ELEZIONI SUBITO O NO?

Così domani si vota, parliamo di federalismo fiscale. 3 febbraio, giorno della verità. La commissione bicamerale apposita, formata da 30 parlamentari e presieduta da La Loggia (Pdl), si esprimerà sul decreto attuativo che riguarda l’autonomia impositiva comunale.

La Lega, col Ministro Calderoli, cerca ancora la mediazione e cioè la possibilità che almeno un esponente dell’opposizione voti a favore (pare scontato che la Svp, che pure non fa parte della maggioranza, si esprimerà positivamente) ma tutto porta a pensare che si palesi il pareggio: 15 a 15.

Nulla di nuovo, in verità, lo abbiamo già detto più volte. La novità sta nel fatto che la non promozione del federalismo (dato che non sarebbe una vera e propria bocciatura) potrebbe non voler più dire “elezioni anticipate” (come fino a ieri ha sempre dichiarato la Lega), bensì “continuazione in Consiglio dei Ministri o in Parlamento”, poiché la Commissione ha solo un potere consultivo.

Ma a quel punto cosa succederà? Azzardiamo una previsione:  niente elezioni, appunto, dunque nessuna possibilità di far ricadere la responsabilità della mancata approvazione del Federalismo sull’opposizione (cosa che per altro sarebbe inconfutabile) e perciò tutto il tempo, per quest’ultima, di gridare alle “forzature del Governo che non ascolta l’opposizione e i comuni”, all’antidemocrazia governativa e al ricatto leghista… Per poi far partire una potente propaganda mistificatoria come fu per il referendum sulla Devolution del 2006. Alla fine, Sinistra, meridionalisti e democristiani, con il loro enorme potere cultural-mediatico trasformerebbero il federalismo in Male Assoluto.

Fin qua, pazienza. Molti, però, ci cascheranno. Ancora pazienza.

La cosa grave è che, proverbialmente tonti come sono, ci cascheranno molti al Nord (già convinti che ci sarà un aumento delle tasse), con tanti saluti al consenso popolare, per l’ennesimo trionfo della furbizia meridional-democristiana.

Vale la pena creare le condizioni affinché questo accada?

PETIZIONI SCONCLUSIONATE 1 (sul libro “2 anni di governo”).

Circola da qualche giorno, su Facebook come in altre cibernetiche sedi, l’ennesima petizione contro qualcosa o qualcuno. E come gran parte delle volte, a sproposito.

Mi riferisco, in questa prima nota, alla petizione rivolta al Governo affinché non spedisca il libro “2 anni di governo” (mi occuperò, nella prossima, di quella che si basa sullo scandalo in merito al presunto conferimento, non si sa da parte di quale Università, della laurea honoris causa in Comunicazione a Umberto Bossi).

Innanzitutto, c’è da sgombrare subito il campo da ogni polemica inutile: si tratta di una perfetta pagliacciata basata su una completa falsità.

Perché? Semplice, perché  il libro è del PDL e non del Governo. E quindi lo paga il Pdl, non il Governo. Chi lo spedisce è il Pdl, non il Governo. Chiedere al Governo di non farselo arrivare a casa, così come chiedere di risparmiare le spese per il Ministero dell’Istruzione o della Sanità non sta né in cielo, né in terra e dimostra disonestà intellettuale.

Tale petizione, dunque, è UNA GIGANTESCA BUFFONATA e una forma di disinformazione diffamante.

A propria discolpa, molti degli aderenti dicono che i soldi saranno anche del Pdl ma il Pdl riceve il finanziamento pubblico, perciò i soldi spesi per il libro sono anche soldi nostri.

Il fatto è, però, che se vogliamo parlare di finanziamento pubblico ai partiti, questo finanziamento lo ottiene il Pdl come qualsiasi altro partito.

Il cosiddetto contributo statale alle spese elettorali è una cosa prevista dalla legge. Potrà piacere o non piacere… Ma è previsto dalla legge (in barba al referendum del ’93 che lo abolì, ma questo è un altro discorso). E questo contributo lo usa il Pdl come qualsiasi altro partito che (giustamente) fa propaganda.

Qualcuno si è forse mai indignato nel vedere un manifesto politico in giro o nel vedersi arrivare a casa la pubblicità elettorale? Qualcuno ha mai firmato una petizione rivolta al Governo affinché non gli arrivi la pubblicità elettorale? Non credo proprio, perché sarebbe assurdo.

I partiti fanno propaganda perché questo è il modo per fare politica democraticamente.

In ogni caso, eventualmente, si eviti di parlare del libro in particolare e di tirare in ballo i “soldi dei contribuenti” e il Ministero dell’Istruzione o della Sanità e si parli della legge sui rimborsi elettorali (che riguardano TUTTI i partiti).

E comunque, nel caso non si voglia ricevere il libro del Pdl, si scriva al Pdl, non al Governo, perché il Governo non c’entra niente. Mica lo spedisce il Governo…

Fonti: http://www.sonego.net/politica/non-voglio-ricevere-il-libro-di-silvio-berlusconi-due-anni-di-governo/

http://www.giornalettismo.com/archives/86689/libro-berlusconi-agli-italiani-pdl/