Dicono che fossero anni che non si vedeva una Pontida così. Anzi, così piena di gente non s’era proprio mai vista. Dicono che ci fossero 80 mila persone. Probabilmente numeri pompati dagli organizzatori, com’è uso… Prima, invece, dicevano anche che doveva essere la Pontida del flop, la Pontida della contestazione, del tracollo… Sì, proprio.
In ogni caso, forse come non mai questo raduno sul “sacro prato” è stato atteso e investito di particolare importanza. Perché si parla del futuro del Governo e del futuro della Lega, uscita scottata dalle ultime tornate elettorali (amministrative – anche se ora ha più sindaci di prima – e referendum) ma vogliosa di riscatto, anche e probabilmente soprattutto, con un deciso rimarcamento di indipendenza dal Cavaliere.
Molti giornali intitolano “Bossi detta l’agenda” e se sarà ascoltato o meno lo vedremo già dalle prossime settimane, intanto il Capo Assoluto s’è destreggiato tra “lotta” e “governo”, avallando il dodecalogo delle richieste a Berlusconi, Tremonti & Co. per il proseguo sereno ma soprattutto “dinamico” della legislatura, pena la possibile rottura prima delle prossime elezioni (e non cita l’anno, lasciando aperta l’ipotesi di elezioni anticipate nel 2012).
E allora vediamo i 12 punti da realizzarsi, ciascuno con le sue scadenze, entro 180 giorni (link a “Il Giornale” che consiglio di leggere per approfondire gli argomenti):
1. Senato federale e riduzione dei parlamentari (presentazione al Consiglio dei Ministri entro 2 settimane e approvazione definitiva in Parlamento entro 15 mesi).
2. Riduzione delle missioni di pace all’estero per trovare più risorse.
3. Più autononia alle Regioni per Ambiente, Istruzione e Cultura, secondo l’art. 116 della Costituzione.
4. Revisione del patto di stabilità per gli enti locali virtuosi.
5. Riduzione delle bollette energetiche tagliando accise e imposte.
6. Introduzione dei “costi standard” per armonizzare ovunque i prezzi di beni e prestazioni.
7. Riforma fiscale in estate e nuove aliquote entro la fine del 2011.
8. Basta con le “quote latte” e nuova spinta ai contributi in agricoltura.
9. Taglio dei costi della politica per dare il buon esempio.
10. Soldi al trasporto pubblico locale dopo la scure dei tagli lineari che ha cancellato 420 milioni.
11. Scardinamento delle ganasce fiscali volute da Equitalia con il tetto a riscossioni e pignoramenti.
12. Più autonomia alle Regioni e amministrazioni snelle.
Alcuni punti non dovrebbero trovare difficoltà di realizzazione, essendo bene o male provvedimenti già in corso d’opera o, com’è per Senato Federale e riduzione dei parlamentari, disegni di legge già approvati nel 2006 all’epoca della riforma costituzionale (bocciata dal referendum confermativo per via della bistrattata “devolution”). Per altri sarà più difficile, prevedendo l’accesa opposizione dei meridionalisti del gruppo dei Responsabili, altri ancora non si capisce come mai non siano stati già realizzati in questi 3 anni di legislatura. Da notare, comunque, la mancanza dei tanto famigerati “Ministeri al Nord”.
Insomma, la Lega è a un punto cruciale e Bossi lo sa bene, tanto che ha voluto caricare di aspettative il tradizionale appuntamento di giugno. Questo significa che sa di giocarsi la fiducia del suo elettorato e che i prossimi mesi varranno la sopravvivenza e probabilmente la stessa esistenza della Lega. Lo ha fatto con uno scadenzario pieno di proposte precise, non con propaganda (nei limiti dell’umanamente politico), proprio perché sa che i tempi delle chiacchiere sono finiti.
Probabilmente più d’un leghista si sentirà soddisfatto solo a metà, avendo preteso più determinazione e “faccia feroce”, magari con lo strappo definitivo a Berlusconi. Ma c’è un’altra cosa che Bossi sa bene (e che dovrebbero sapere bene tutti i leghisti), ossia che per fare e ottenere qualcosa bisogna stare al governo, non all’opposizione, con tanti voti, forse, ma pur sempre all’opposizione.
Berlusconi e Bossi al capolinea? Può darsi, se non altro, almeno per questioni d’età (75 e 70 anni, rispettivamente)… La Lega, comunque, ha già pronto il sostituto: Roberto Maroni, già investito dal popolo di Pontida. I prossimi due anni saranno la sua rampa di lancio. Lui e la Lega non potranno sbagliare niente. Tremonti ed Europa permettendo.