EVIDENZE.

Evidenza 1: la casa di Montecarlo è stata venduta a un valore 4 volte più basso del valore di mercato ma di questo la Procura di Roma se ne frega.

Evidenza 2: la casa è di Tulliani e la Procura di Roma se ne frega ancora.

Evidenza 3: per quanto aveva inequivocabilmente annunciato, Fini dovrebbe dimettersi. Ma non lo fa.

Evidenza 4: quando l’indagato si chiama Fini, nessuno sa niente finché la Procura non chiede l’archiviazione. Quando si chiama Berlusconi lo sa il mondo intero nel giro di poche ore con dovizia di particolari.

Evidenza 5: i magistrati passano continuamente, andando contro il codice di procedura penale, documenti coperti da segreto istruttorio a certi giornalisti che, pubblicandoli, violano il codice penale.

Evidenza 6: nessun appartenente alla casta togata viene mai perseguito per tali abusi, a meno che non sia un consigliere laico del CSM di area Lega, e così è per i giornalisti, a meno che non siano de Il Giornale. Stiamo parlando della novità di giornata: per la storia degli amori clandestini di Ilda Boccassini sono state perquisite le case di Matteo Brigandì, ex deputato della Lega Nord, ora consigliere laico del CSM, e di Anna Maria Greco, cronista de Il Giornale.

Evidenza 7: le toghe politicizzate esistono e hanno un potere immenso.

Evidenza 8: negare il punto 7 è ridicolo.

Evidenza 9: qualcuno commenterà a questo post con altrettante evidenze anti-berlusconiane, anti-Lega o anti-sottoscritto.

Evidenza 10: chissenefrega.

LA COLPA DI NON ESSERE DI SINISTRA (e sulla violenza e la sua giustificazione).

In Italia c’è un problema. Un grosso problema, un problema che riguarda tante persone: non sono di Sinistra. Un problema grave, qualcosa che va assolutamente combattuto, arginato, debellato. Combattuto, appunto, in ogni modo. Con la denigrazione, il dileggio, l’insulto e le accuse di servilismo o razzismo (a ognuno la sua)… E anche con la violenza, perché no? D’altronde, quando uno se le cerca, se le cerca…

E’ ciò che accade da qualche tempo, in Italia. Assalti a sedi di partiti (Lega Nord in primis) e di sindacati (Cisl, per esempio), contestazioni operate da squadracce organizzate e mandate apposta per zittire gli odiati avversari, anzi, nemici politici (vedi gli episodi di Schifani e Dell’Utri) anche in contesti che nulla hanno a che fare con la politica (o la giustizia) e aggressioni fisiche vere e proprie (Berlusconi, Bonanni e ieri anche Daniele Capezzone), fino a (presunti) attentati (Belpietro).

Poi ci sono le inchieste giudiziarie a senso unico su personaggi (inutile dire chi) e partiti politici (come per esempio le inchieste di Papalia, a Verona, nel 1996 contro la Lega che attentava all’unità nazionale), oltre che su organi d’informazione (vedi Il Giornale e Panorama)… Ma quello è un altro discorso.

Insomma, “chi non è con me è contro di me”. Chi non dà addosso a Berlusconi è un berlusconiano. E se è un giornalista, è un servo. Chi non è di Sinistra è un plagiato dal sistema informativo berlusconiano… E già che ci siamo, è evasore fiscale. Chi vota Lega è un ignorante, bifolco, xenofobo, razzista… e chi più ne ha, più ne metta.

Ecco, dunque, che il contrasto a tutti i costi, anche con la violenza, è giustificato. Perché, dopotutto, siamo in una dittatura in cui il libero pensiero e la libera parola sono proibiti, e contro la dittatura bisogna “resistere, resistere, resistere”.

Ecco, questa è l’Italia. E a dir la verità, la cosa non riguarda solo la Sinistra, riguarda un po’ tutti. Ma se tutto ciò fosse sostenuto e giustificato solo dai centri sociali o dai circoli neofascisti, nulla di cui meravigliarsi. La cosa che rattrista, e che fa pensare su quale sia il concetto di democrazia e rispetto che circola in giro, è che la giustificazione della violenza proviene anche da molte delle cosiddette “persone per bene” (basta farsi un giro su Internet per accorgersene) e, peggio ancora, da esponenti politici di spicco e fior di giornalisti.

Sì, perché “Condanno il gesto… Ma la colpa è di chi ha creato questo clima” non è altro che giustificare la violenza. Punto. E le contestazioni delle squadracce di “zittitori”, anche se non dovessero verificarsi aggressioni o lanci di fumogeni in faccia, sono violenza. Punto.