PETIZIONI SCONCLUSIONATE 2 (sull’opposizione alla laurea honoris causa a Bossi).

Come anticipato ieri, oggi mi occuperò della seconda sconclusionata petizione online. Riguarda il presunto conferimento della laurea honoris causa in Comunicazione a Umberto Bossi. Così recita il testo della “nobile” causa: No alla laurea honoris causa in scienze della comunicazione a Bossi. Opponiamoci a questo ennesimo, osceno sberleffo ai danni dell’Università italiana. Seguono, poi, tra i commenti, i soliti insulti.

A parte che l’Università italiana in quanto tale non c’entra assolutamente nulla, questa “petizione” (tecnicamente, comunque, non mi pare abbia ancora assunto ufficialmente tale forma) appare evidentemente ridicola, dato che se qualche università vorrà dargli la laurea honoris causa, gliela darà liberamente, senza bisogno che si faccia un “referendum” a riguardo.

Poi, nel merito, ognuno la pensa come vuole ed è libero di farlo. Il sottoscritto, per esempio, che certo non pretende di condizionare quella fantomatica Università ma esprime una semplice opinione che vale per quello che è, crede che la meriterebbe eccome. Altri, legittimamente, senza gridare allo scandalo e all’“osceno sberleffo” e senza lanciare un appello “contro”, pensano il contrario. Ci sta.

Il cuore della questione, infatti, sta nel “modus ragionandi” radical chic basato su presunzione di superiorità, dileggio (quando non insulto), denigrazione, demonizzazione e snobistica ironia che da sempre contraddistingue molti degli aderenti a tali cause, soprattutto se riguardano Bossi e la Lega, quando non Berlusconi.

Ma vogliamo tornare al merito? Ebbene, aldilà delle simpatie politiche che si possono avere o non avere, aldilà della condivisione o meno delle idee bossiane, discettando all’interno della sola materia “comunicazione”, non basta l’evidenza di un uomo che ha creato un partito dal nulla e l’ha portato ad essere il primo in molte parti del Nord (primo in Veneto e secondo i più recenti sondaggi anche in Lombardia, attorno al 12-13% su base nazionale); non basta l’evidenza di un leader politico che col federalismo ha anticipato di 20 anni l’agenda politica italiana; non basta l’evidente innovazione della comunicazione politica che certo non è solo gestacci e parolacce ma – guardando i fatti e non le chiacchiere – soprattutto grande capacità di intercettare i bisogni reali della gente; non basta l’aver introdotto la Questione Settentrionale e aver creato un evento senza precedenti come la 3 giorni padana del 1996; non basta l’aver scardinato la tradizionale contrapposizione destra/sinistra proponendo un altro tipo di dualismo (centralismo/federalismo) e aver dato vita all’unico, ormai, vero partito popolare, lontano da ogni élite intellettualoide estranea alla realtà…

No, tutto questo non basta. Perché l’accecante presunzione di superiorità intellettuale e morale impedisce ogni qualsiasi osservazione obiettiva della realtà, lasciando spazio solamente all’esaltazione della propria forma (avendo dimenticato, ormai, ogni vago ricordo di sostanza) e alla denigrazione di quella altrui, in un’estasi di ebbro auto-compiacimento.

Fonti: http://www.causes.com/causes/513067?m=9e4cc0c7&recruiter_id=21030181

PETIZIONI SCONCLUSIONATE 1 (sul libro “2 anni di governo”).

Circola da qualche giorno, su Facebook come in altre cibernetiche sedi, l’ennesima petizione contro qualcosa o qualcuno. E come gran parte delle volte, a sproposito.

Mi riferisco, in questa prima nota, alla petizione rivolta al Governo affinché non spedisca il libro “2 anni di governo” (mi occuperò, nella prossima, di quella che si basa sullo scandalo in merito al presunto conferimento, non si sa da parte di quale Università, della laurea honoris causa in Comunicazione a Umberto Bossi).

Innanzitutto, c’è da sgombrare subito il campo da ogni polemica inutile: si tratta di una perfetta pagliacciata basata su una completa falsità.

Perché? Semplice, perché  il libro è del PDL e non del Governo. E quindi lo paga il Pdl, non il Governo. Chi lo spedisce è il Pdl, non il Governo. Chiedere al Governo di non farselo arrivare a casa, così come chiedere di risparmiare le spese per il Ministero dell’Istruzione o della Sanità non sta né in cielo, né in terra e dimostra disonestà intellettuale.

Tale petizione, dunque, è UNA GIGANTESCA BUFFONATA e una forma di disinformazione diffamante.

A propria discolpa, molti degli aderenti dicono che i soldi saranno anche del Pdl ma il Pdl riceve il finanziamento pubblico, perciò i soldi spesi per il libro sono anche soldi nostri.

Il fatto è, però, che se vogliamo parlare di finanziamento pubblico ai partiti, questo finanziamento lo ottiene il Pdl come qualsiasi altro partito.

Il cosiddetto contributo statale alle spese elettorali è una cosa prevista dalla legge. Potrà piacere o non piacere… Ma è previsto dalla legge (in barba al referendum del ’93 che lo abolì, ma questo è un altro discorso). E questo contributo lo usa il Pdl come qualsiasi altro partito che (giustamente) fa propaganda.

Qualcuno si è forse mai indignato nel vedere un manifesto politico in giro o nel vedersi arrivare a casa la pubblicità elettorale? Qualcuno ha mai firmato una petizione rivolta al Governo affinché non gli arrivi la pubblicità elettorale? Non credo proprio, perché sarebbe assurdo.

I partiti fanno propaganda perché questo è il modo per fare politica democraticamente.

In ogni caso, eventualmente, si eviti di parlare del libro in particolare e di tirare in ballo i “soldi dei contribuenti” e il Ministero dell’Istruzione o della Sanità e si parli della legge sui rimborsi elettorali (che riguardano TUTTI i partiti).

E comunque, nel caso non si voglia ricevere il libro del Pdl, si scriva al Pdl, non al Governo, perché il Governo non c’entra niente. Mica lo spedisce il Governo…

Fonti: http://www.sonego.net/politica/non-voglio-ricevere-il-libro-di-silvio-berlusconi-due-anni-di-governo/

http://www.giornalettismo.com/archives/86689/libro-berlusconi-agli-italiani-pdl/