28/30 (su chi chiacchiera e chi fa).

Certo non lo dico io per primo… Già alla notizia di ieri (l‘arresto del boss Iovine) la cosa si era resa evidente da sé e giustamente puntualizzata da chi di dovere: quando si entra nell’argomento Mafia (e ‘Ndrangheta o Camorra), in Italia c’è chi chiacchiera… E c’è chi fa. Ma poi mica solo per quanto riguarda l’argomento Mafia… Un po’ per tutto.

Arrestato il 28esimo grande latitante su 30, in 2 anni. Come dice Maroni, 1 al mese. Latitante da quanti anni? 14.

A questo punto sorge spontanea una serie di domande: com’è possibile che in 14 anni non si sia mai riusciti ad arrestare Iovine? Com’è possibile che in questi 2 anni siano stati arrestati 28 dei 30 più pericolosi boss latitanti da decine di anni? Com’è possibile che solo ora, pare, si stia facendo qualcosa di davvero concreto contro la malavita organizzata? Certo, non possiamo dire che la si stia sconfiggendo, c’è ancora molto da farespecialmente al Nord, come giustamente ricorda Saviano al netto delle fregnacce sulla Lega collusa.

Sulla Mafia si è parlato tanto, fino a ieri, e quanto è stato fatto? Fino a ieri.

Oggi le cose paiono diverse.

IL METODO SANTORO-TRAVAGLIO-SAVIANO (sul non diritto di replica).

Rimaniamo sull’argomento di ieri e cioè sullo sciagurato intervento di Saviano a “Vieni via con me”: un lungo monologo sulla ‘Ndrangheta al Nord condito d’infamanti accuse a un intero partito politico, la Lega Nord. Accuse basate sul caso di Angelo Ciocca, consigliere regionale della Lega in Lombardia, fotografato in compagnia di un avvocato sospettato d’essere un capo della ‘Ndrangheta. Angelo Ciocca NON è indagato (e Saviano lo sa, tanto che lo dice), nessuna inchiesta lo riguarda… Eppure il chiacchiericcio che tanto piace a certa intellighenzia e giornalisti diventa per Saviano argomento valido per accertare la collaborazione tra ‘Ndrangheta e Lega.

Macchina del fango? Eccone un bell’esempio. Ma vabbè, cose già dette.

La novità del giorno sta nel rifiuto di Loris Mazzetti, capostruttura di RaiTre e responsabile di Vieni via con me, di ospitare la doverosa replica di Maroni.

Inutile ricordare che, a differenza di ciò che dice Mazzetti, rispondere in altre sedi informative non è la stessa cosa che rispondere nella stessa sede del monologo accusatore. Questo lo sa anche un bambino. L’unico a non saperlo sembra Mazzetti.

Ma non si era in una dittatura mediatica della maggioranza di Governo? Da quando in qua una dittatura mediatica di tale tipo prevede il rifiuto di trasmettere un faccia a faccia, e cioè prevedere un contraddittorio, all’interno di una trasmissione che di fatto è di informazione politica, a tutela di un esponente del Governo?

Ma questo, come dice Sallusti, è il metodo Santoro-Travaglio, ora Santoro-Travaglio-Saviano: monologo che “si basa su fatti” (bisogna vedere, però, quali) ma che non prevede alcun diritto di replica, regola elementare della democrazia.

Ma questi personaggi non si appellano continuamente al rispetto delle regole? Beh, certo, ma evidentemente quando non devono rispettarle loro.

Cose dell’altro mondo. Anzi, d’Italia.