Chissà se a Radio Padania Libera saranno contenti che si parli di loro in un articolo dal titolo in romanesco… Ma si tratta del libro di Carlo Emilio Gadda (Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana, 1957). E i pasticci, a quanto pare, non si fanno solo a Roma, bensì anche a Milano (e infatti Gadda era milanese).
Ieri: In ½ ora di Lucia Annunziata deve andare in onda in diretta dagli studi di Radio Padania Libera a Milano. Così però non è. Dopo 3 giorni di contatti tra Rai e RPL, collaborazioni e tutto quello che ci vuole, alle 10 Lucia Annunziata riceve la doccia fredda: la diretta concordata non si fa più.
La trasmissione dovrebbe mandare in onda le telefonate degli ascoltatori chiamati a esprimersi in merito agli ultimi fatti di attualità politica (senza alcun filtro, come da sempre fa l’emittente – cosa peraltro discutibile)… Ma Matteo Salvini, consigliere comunale a Milano, europarlamentare e responsabile di RPL, fa improvvisamente marcia indietro e nega la diretta. Candidamente dichiara che in questo momento caratterizzato da passaggi delicati in Parlamento, la diretta è inopportuna e la Lega Nord ha deciso di evitare strumentalizzazioni.
Viva la sincerità: Salvini non si nasconde dietro un dito e ammette che il partito non vuol far sentire quegli umori presumibilmente incazzati dei propri sostenitori, dato che si sta barcamenando nella tempesta romana mentre cerca di non irritare Napolitano, paradossalmente uno dei più vicini, in questo momento, alla Lega e al federalismo.
Lucia Annunziata, giustamente, ci resta male e pur cercando, nella sua indiscussa professionalità, di limitare la polemica, alla fine “nun gne a fa ppiù” e pontifica: “Che cosa succede dentro la Lega? Perché temono le opinioni a briglia sciolta dei loro elettori su una tv nazionale? Lega fatti avanti: non ti puoi permettere di censurare i tuoi stessi votanti!”.
Da buona sinistroide non manca di dare lezioni agli altri e dire loro cosa fare e in che modo, motivo per il quale potrebbe risparmiarsi tali parole… Ma aldilà di questo, il punto viene centrato: la Lega si è resa protagonista di un vero e proprio “pasticciaccio brutto”.
Salvini non è scemo e da buon leghista sa benissimo che le parole dei militanti possono essere strumentalizzate (d’altronde, lo scopo dell’Annunziata era chiaramente questo: “dimostrare” strumentalmente una spaccatura all’interno della Lega e perciò della maggioranza e bla bla bla)… Perciò non si capisce perché si sia prestato al giochetto, perdipiù dandosi la mazza sui piedi; avrebbe potuto negare la diretta fin da principio e basta, senza fare questa figuraccia.
Beh, ma forse si capisce: anche questo appare come il sintomo di un certo “doppio sentimento” all’interno del partito: chi porta pazienza e ingurgita bocconi amari pur di far passare il federalismo e chi invece non vede l’ora di “far sentire” gli incazzati.
In ogni caso, i microfoni rimangono spenti.
Forse perché nella Lega non c’è democrazia? Bella scoperta. Che la Lega Nord sia un partito “leninista” è cosa risaputa… E in fin dei conti è la sua forza. Il più delle volte riesce a lavare i panni sporchi in casa ma in alcuni casi non ce la fa proprio, rivelando il lato necessariamente illiberale di un partito che “tappa la bocca” ai “dissidenti”, o comunque tace le difficoltà.
Ma dopo tutto un partito è fatto di militanti e dirigenza. Chi l’ha detto che deve essere democratico al suo interno? Le linee politiche le detta la dirigenza, anzi, il Segretario (che nella Lega è sinonimo unico di Bossi), mica i militanti.
L’Annunziata vorrebbe un partito in balìa degli umori della militanza e dei cento capetti… Ma non c’è già un PD?