Concussione e prostituzione minorile, questi i nuovi capi d’accusa rivolti a Berlusconi per il “caso Ruby“. La Procura di Milano informa che il Presidente del Consiglio è per l’ennesima volta indagato… E lo fa all’indomani della sostanziale bocciatura della legge sul legittimo impedimento automatico per premier e ministri.
Concussione per la telefonata in Questura nella notte tra il 27 e il 28 maggio scorsi: avrebbe fatto in modo che i funzionari della Polizia affidassero la minorenne Karima (in arte “Ruby”, all’epoca indagata per furto e perciò per cose che non riguardavano Berlusconi) a Nicole Minetti, consigliere regionale lombarda e igienista dentale del Premier (ritenuta da Berlusconi “persona di fiducia” e quindi degna di ottenere l’affidamento provvisorio della ragazza); prostituzione minorile per aver presumibilmente avuto rapporti sessuali a pagamento con una minorenne (sempre Ruby).
Ci si chiede, questa volta come le precedenti, se quest’inchiesta ha senso.
Se abbia senso non si sa… Certo però ha uno scopo. Vediamo di chiarire. Alla voce “concussione”, il codice penale dice (articolo 317): “Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio che, abusando della sua qualità e dei suoi poteri costringe o induce taluno a dare o promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro od altra utilità, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni“. Chiaro. Ma qual era l’utilità (dato che non ci fu scambio di denaro), cioè il vantaggio per Berlusconi? Secondo la Procura, il fatto che l’affidamento a Nicole Minetti avrebbe impedito di far emergere che lui aveva avuto rapporti sessuali a pagamento con una minorenne. Abbastanza arzigogolato come argomento d’accusa, basato, parrebbe, esclusivamente su ipotesi tutte da dimostrare e praticamente indimostrabili.
Come sarà possibile dimostrare che tra Ruby e Berlusconi ci furono rapporti sessuali a pagamento? Con le ricevute? Dubito che la ragazza gliele abbia mai, eventualmente, rilasciate. In ogni caso, proprio Ruby, l’unica assieme a Berlusconi informata davvero sui fatti (a meno che non ci fossero dei guardoni testimoni dei loro fantomatici rapporti sessuali), più volte alla Procura ha dichiarato di non aver mai avuto rapporti sessuali con lui.
L’accusa di prostituzione minorile non potrà mai essere dimostrata perché mancheranno sempre le prove (anche un’eventuale “confessione” di Ruby non avrebbe, probabilmente, alcun peso, dato che dimostrerebbe, una volta di più, la sua già comprovata inattendibilità) e il fatto che i tabulati telefonici dicano che lei sia stata più volte ad Arcore e non una sola come da lei dichiarato nei famosi interrogatori (che dovevano riguardare il suo presunto furto e non le sue frequentazioni col Premier o con chicchessìa… Ma vabbè, questo è un altro discorso) non significa assolutamente nulla ai fini dell’accusa (essere ad Arcore non significa essere a casa di Berlusconi e men che meno a letto con lui).
L’accusa di concussione, poi, oltre ad essere basata su un impianto puramente deduttivo che alla base ha qualcosa di indimostrabile (come detto: la prostituzione minorile), è già stata dichiarata insulsa dalla Questura che appena scoppiò il caso Ruby disse che non ci fu alcuna pressione indebita e tutto si svolse nei termini della prassi e della legalità.
Insomma… Appare evidente quanto questa inchiesta faccia acqua da tutte le parti e abbia un solo, collaudatissimo scopo: attaccare mediaticamente Berlusconi (dato che molto probabilmente le accuse verranno archiviate), anche facendolo comparire in aula ora che il legittimo impedimento è stato bocciato. Vedere il Presidente del Consiglio seduto al banco degli imputati che risponde ad un PM, infatti, ha sempre un grande effetto mediatico (di puro sputtanamento, in questo caso).
Berlusconi è indagato e lo sappiamo perché la Procura lo ha reso pubblico. Ritorna alla mente quando ad essere indagato fu Fini per l’affaire Montecarlo e non se ne seppe nulla fino all’archiviazione già avvenuta (cosa normale, sia chiaro). Ci si chiede perché nel caso di Berlusconi questo non avvenga mai e anzi, si venga sempre a sapere tutto, anche di cose non penalmente o civilmente rilevanti.
Le reazioni? Di Pietro: “Non è colpa della Procura di Milano se deve accertare i fatti rispetto ad un fatto grave: il Presidente del Consiglio nel ruolo e nella funzione che svolge telefona al Questore di Milano per dire che una minorenne è la nipote di Mubarak quando non è vero; e tutto ciò per coprire comportamenti non legittimi da lui commessi in precedenza”. Insomma, Di Petro ha già deciso, non si sa in base a cosa, che Berlusconi ha avuto comportamenti illegittimi. Le prove, Di Pietro, le prove…?
Bersani: “Ci vengano risparmiati ulteriori mesi di avvitamento dell’Italia sui problemi di Berlusconi […]. Non possiamo permettercelo”. Beh, non si può che essere d’accordo. Peccato che lui e tutta la Sinistra su questo campino da almeno 16 anni.