“TIPO A” E “TIPO B” (riflessione post-referendum sulle reazioni e il rispetto delle idee altrui).

E insomma, il quorum è stato ampiamente raggiunto, i Sì hanno vinto… Ok, così il popolo ha deciso. D’altronde, “vox populi, vox dei”; è la democrazia.

Ma ovviamente non mancano le solite reazioni del cittadino “tipo A” che inneggia all’Italia quando la propria parte politica vince (parte politica intesa in senso lato, quindi non solo i partiti, come appunto nel caso dei referendum) e invece la disprezza quando perde… E del cittadino “tipo B”, che ritiene in mala fede quelli che, riferendoci specificatamente al referendum, legittimamente (ricordiamocelo) hanno esercitato un loro diritto e non sono andati a votare o hanno ritirato solo alcune delle schede.

Il discorso non è nuovo. Se alle elezioni o ai referendum vince Tizio (o i sì/no), allora l’Italia è un popolo di ignoranti plagiati, se invece vince Caio (o i sì/no), allora “l’Italia è ancora viva… Viva l’Italia”; d’altra parte, chi la pensa in un modo è bravo, giusto, onesto… Chi la pensa in un altro modo è tendenzialmente un delinquente o comunque uno stupido.

Il “tipo A” fa ridere ed è da compatire, anche perché il più delle volte non si rende nemmeno conto di quel che dice. Il “tipo B”, invece, è da prendere più sul serio. Ma a prescindere da questo, il centro della questione sta nella matrice comune dei due tipi, ossia il non rispetto di chi la pensa diversamente da sé.

Non si tratta di una questione politica, ma morale. Pensiamoci.

 

 

7 risposte a "“TIPO A” E “TIPO B” (riflessione post-referendum sulle reazioni e il rispetto delle idee altrui)."

  1. Come al solito, quoto in pieno. Sai sintetizzare con ottima forma il mio pensiero; è incredibile come la gente “di sinistra” si senta in quanto tale nel giusto a priori, e qualsiasi forma di pensiero lontano dal loro sia ritenuto “folle”, “da dittatura”, “lesivo della democrazia” o – peggio, come dici tu – “plagiato”. Come fossimo una massa di pecoroni senza pensiero! Di sicuro sappiamo incassare con molta più classe e molto più SPIRITO DEMOCRATICO le “sconfitte” elettorali. Possibile che il popolo sia sovrano solo quando vincono??? No, cari intellettuali, troppo semplice così. Il popolo ha sempre ragione, anche quando sbaglia a votare.

    Ps: il fatto stesso che il referendum debba avere un significato politico è assurdo in partenza. Adeguandomi a questo malcostume, mi sono ritrovato a non votare per il legittimo impedimento – nonostante a mio modesto parere questa legge sia una “porcata” da eliminare – perchè lo individuo come “il referendum di Di Pietro” è come tale non merita la mia attenzione.

    • Permettimi di dissentire. Perché qualsiasi consultazione elettorale (votazione o referendum) ha e non può non avere un significato politico, per il semplice motivo che si tratta di uno strumento politico. Nello specifico, il referendum dice se l’elettorato è in accordo o in disaccordo con precise scelte politiche fatte dal Governo/Parlamento. Quindi, non “referendum sul Governo” (quindi quando Bersani dice “a casa” dice evidentemente una sciocchezza… Se poi notiamo come invece precisi proprio il contrario Di Pietro… addirittura meglio lui) ma referendum su alcune specifiche leggi da esso proposte e realizzate… In ogni caso una scelta politica del popolo, quindi sì, sicuramente un valore politico ce l’ha.

      • Hai ragione. Il significato politico c’è, non posso negarlo, il problema è quello che hai descritto tu, l’estensione del significato del referendum – relativo ad alcune determinate leggi – all’azione di governo nel suo insieme.

    • La solita fine analisi socio-politica di Pagliarini fan. 😉 Comunque, sinceramente no, perché questi referendum non mi interessavano poi molto (lo prova il fatto che vi ho dedicato solo un post).

      • Se è per questo hai dedicato zero post alle ultime amministrative…
        Quello che non capisco è come tu possa accanirti in una discussione come quella in oggetto e non affrontare di petto l’argomento politico cruciale del momento.
        Guarda, ci ha pensato anche Muraro:
        http://www.oggitreviso.it/alleanza-di-governo-muraro-%C2%ABberlusconi-ha-perso-credibilit%C3%A0%C2%BB-37231

        Ecco il punto: molti di PDL e lega han votato contro il nucleare, l’acqua privatizzata, il legittimo impedimento. E hanno disertato (se non peggio) le urne alle amministrative, permettendo l’ascesa di Pisapia, Fassino, Zedda, Merola… persino De Magistris!

        Non è un bel tema da discutere senza arrovellarsi tra Tipo A, B o C?
        Per la cronaca, Tipo C è l’intellettuale leghista/Pdellino che quando non sa replicare ti abbaia: “tanto voialtri vè pers, perdè sempre, ven vint noialtri e fèn quel che ne par e piase,… hatu capi, cumunista?!”
        N.B.: ovviamente non mi riferisco a te, che devo dire sei uno dei pochi che argomenta sempre ogni commento. Per questo ogni tanto ti faccio visita… 🙂

      • Sì, è vero, non ho parlato nemmeno delle amministrative. Sono stato circa 2 mesi senza scrivere post non perché non ci fosse nulla di interessante di cui scrivere, ovvio (a parte il referendum che, appunto, non mi interessava particolarmente), semplicemente, boh… mi era passata la voglia.

        Mi fa piacere che ogni tanto tu mi faccia visita ed è naturale che affronterò il tema specifico che mi hai suggerito ma proprio perché dici di leggermi dovresti sapere che la crisi del Centrodestra è un tema che affronto periodicamente (già in tempi non sospetti nel post “Punto di svolta” del 17 gennaio, ossia ben 5 mesi fa e ancora prima, nel post “Stavolta Silvio l’ha fatta grossa” del 29 ottobre 2010, 8 mesi fa), però non capisco quelli che mi dicono di cosa dovrei scrivere… I temi li deciderò io, no?
        Tra l’altro, penso di poterlo dire senza essere tacciato di censura perché più volte, qui, ho espresso pareri critici verso Lega e Pdl e, credo, avrai notato quante volte abbia manifestato la mia insofferenza verso la (purtroppo necessaria, in questo momento storico) alleanza con il Pdl (non inteso come Pdl in quanto tale ma in quanto “partito nazionale”, per il solito motivo che da secessionista non vorrei nemmeno che l’Italia, con i suoi partiti nazionali, appunto, esistesse).

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